Baldassarre Logorroico - Chi è il Gentiluomo di Verbosità sul Silenzio

Ritratto illustrato di Messer Baldassarre Logorroico, gentiluomo di mezza età con capelli argentei mossi, baffi eleganti, papillon dorato e giacca a quadri, seduto con un libro aperto e la gatta Sesquipedale. Sfondo turchese con pergamene e punti esclamativi dorati


Chi è Baldassarre Logorroico?

(O meglio: chi diavolo È questo straordinario gentiluomo dell'impossibile?)

Dopo aver letto il nostro manifesto, so che molti di voi si stanno chiedendo: "Ma chi è questo Messer Baldassarre Logorroico che spunta come un fungo eloquente tra le righe del custode di parole improbabili?"

La risposta è semplice quanto la sua personalità è complessa: Baldassarre è il più magnifico disastro conversazionale che sia mai esistito sulla faccia della Terra.

L'Anagrafe dell'Assurdo

Nome completo: Messer Baldassarre Logorroico
Età: 47 anni e 365 giorni (perché dire "quarantotto" sarebbe stato troppo prosaico per le sue labbra intrise di arcaismi)
Residenza: Un palazzotto tanto ricco di stucchi quanto povero di conversazioni a Verbosità sul Silenzio
Professione: Gentiluomo possidente che vive di rendita ereditaria (commercio di punti e virgole d'oro massiccio, secondo le cronache familiari), il che gli consente di dedicarsi esclusivamente alla cura dei vocaboli desueti, al collezionismo di congiunzioni arcaiche e all'arte sublime del non lavorare mai. Nemico giurato dell'abbreviazione per vocazione.
Convivente: Sesquipedale, gatta di rara saggezza felina dal temperamento contemplativo e dallo sguardo che sembra contenere millenni di filosofia orientale

Il Ritratto del Logorroico

Immaginate un signore alto e sottile come un punto esclamativo umano, con un papillon di un elegante color seppia che sembra sempre sul punto di spiccare il volo a ogni sua enfatica esclamazione. I capelli argentati costantemente mossi come se fossero stati pettinati da una tempesta di pensieri, anche quando non c'è un alito di brezza. Gli occhiali da lettura talvolta gli penzolano sul naso come in precario equilibrio, pronti a tuffarsi sulle pagine di qualsiasi libro gli passi davanti.

Ma è quando apre bocca che Baldassarre diventa... Baldassarre.

La Malattia Incurabile della Verbosità

Questo gentiluomo soffre di una condizione rara ma affascinante: l'eloquenza compulsiva di stampo barocco. Se esistesse un termometro per misurare la verbosità, lui lo farebbe esplodere come un barometro in un uragano di metafore.

Non chiede mai semplicemente "passi il sale?" - trasforma ogni richiesta in una dissertazione sulla cristallografia del sapore e la sua influenza sulla percezione gustativa umana. Non dice "buongiorno" al fruttivendolo - declama sonetti sulla bellezza delle verdure di stagione e le loro virtù filosofiche. Persino ordinare un caffè diventa un'occasione per esplorare le profonde connessioni tra la caffeina e l'illuminazione spirituale dell'umanità.

L'Effetto Baldassarre

Gli abitanti di Verbosità sul Silenzio hanno sviluppato un sesto senso per evitarlo. Al suo apparire, le strade si svuotano più velocemente di un teatro durante un monologo di Amleto recitato da un bradipo narcolettico. Le finestre si chiudono con la rapidità di palpebre colpite da un getto di limone, e persino i piccioni sembrano trovare urgenti impegni in altri quartieri.

La gente ha inventato le scuse più creative per sfuggirgli: telefonate urgenti su cellulari scarichi, improvvisi appuntamenti per la toelettatura di piante grasse, o la fuga pura e semplice come se avessero avvistato un'enciclopedia particolarmente aggressiva in libertà.

L'Amore Impossibile per l'Eloquenza

Ma dietro questa verbosità apparentemente inarrestabile si nasconde un'anima poetica e profondamente sola. Baldassarre è un po' come un Don Chisciotte delle subordinate, un cavaliere errante della lingua italiana che combatte contro i mulini a vento del "lol" e degli "ok".

È un magnifico galeone barocco pieno di vele gonfie di Cicerone e Dante, che naviga in un mare digitale dove tutto si riduce a Stories di 15 secondi e comunicazioni telegrafiche. Il suo papillon color seppia è come l'armatura di un tempo che fu, e ogni sua frase elaborata è una lancia poetica spezzata contro l'indifferenza di un'epoca che ha dimenticato la cavalleria delle parole.

C'è qualcosa di tremendamente poetico nel vedere questa bellezza anacronistica navigare in acque troppo veloci per lui. La sua solitudine si nasconde dietro ogni dissertazione infinita: ogni suo monologo è un disperato tentativo di creare un ponte verso l'altro, ma più parole usa, più il ponte si allunga e diventa instabile. È come se gridasse "ASCOLTAMI!" con tale eloquenza che la gente scappa proprio perché non riesce più ad ascoltare davvero.

Baldassarre trasforma ogni piccola tragedia quotidiana in un'epopea universale perché vede la meraviglia dove gli altri vedono solo grigiore. Quando non trova orecchie umane disposte ad ascoltarlo (cioè praticamente sempre), sale sul tetto del suo palazzotto e rivolge le sue dissertazioni alle stelle. E le stelle, va detto, lo ascoltano con pazienza - d'altronde, quando hai miliardi di anni, anche un monologo di sette ore sembra una pubblicità televisiva.

Quegli rari momenti in cui trova qualcuno che lo capisce diventano quindi piccoli miracoli di connessione umana in un deserto di incomprensione.

Perché Dovrebbe Interessarvi?

In un mondo dove tutto si riduce a "ok", "lol" e emoji, Baldassarre è un dinosauro della bellezza linguistica che si rifiuta di estinguersi. È il custode di un modo di vedere il mondo dove ogni dettaglio merita un trattato, ogni emozione una sinfonia di parole, ogni momento banale una poesia involontaria.

I suoi racconti sono medicine narrative contro l'approssimazione di un'epoca che ha dimenticato che le parole hanno un'anima. Nelle sue numerose avventure tragicomiche - dal pallone filosofico all'odissea del supermercato, dalla chiamata alle armi digitali alla crociata burocratica del certificato, dal rispetto come missione impossibile agli amori verbosi, dall'epilazione dell'anima al risveglio di Sonnambula sul Tedio - scoprirete che l'eccesso di bellezza può essere terapeutico quanto la giusta dose di follia.

Questa profondità è quello che trasforma Baldassarre da semplice macchietta comica in personaggio che cura davvero l'anima!

L'Invito

Nei prossimi giorni, Messer Baldassarre si presenterà direttamente a voi. Con la sua inconfondibile verbosità, vi racconterà la sua versione della storia (che durerà probabilmente tre volte più del necessario ma sarà infinitamente più poetica).

Preparatevi a perdervi nei suoi labirinti linguistici, a ridere delle sue involontarie saggezze, a riconoscervi nelle sue solitudini eloquenti.

Perché Baldassarre Logorroico non è solo un personaggio dei miei racconti. È la parte di noi che si rifiuta di accontentarsi del "va bene così" e continua a cercare l'infinito in modesti anfratti e la meraviglia nell'infinito.


Prossimo appuntamento: mercoledì, quando Messer Baldassarre prenderà la parola in prima persona. Avvertenza: preparate le orecchie. E un po' di pazienza. Ne avrete bisogno.

Fabiano Pirozzi
Custode di parole improbabili e involontario cronista delle geste logorroiche

(Sesquipedale, nel frattempo, dorme beatamente sui manoscritti del suo padrone, dimostrando che anche i gatti filosofici hanno i loro limiti)

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