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Alla maestra Raffaella, che mi insegnò a sognare

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  Dopo il secondo posto con "Il Museo Segreto di Lelè", dove racconto di una bidella che mi insegnò l'infinito senza saperlo, ho capito che dovevo ringraziare anche chi, nella stessa scuola di Montone, mi insegnò l'infinito sapendo benissimo cosa stava facendo. Lelè mi costringeva al silenzio e involontariamente liberava la mia immaginazione. La maestra Raffaella, invece, mi diceva "Fabiano, usa la fantasia!" e lo diceva di proposito, con metodo, con amore pedagogico consapevole. Due facce della stessa medaglia formativa: l'una inconsapevole, l'altra volontaria. Entrambe necessarie per creare un aspirante scrittore. Questa è la lettera che accompagna il racconto che le sto inviando.   Cara Maestra Raffaella, ti scrivo mentre il tempo fa il prestigiatore al contrario e mi restituisce quella tua voce, autorevole ma dolce, che ancora oggi posso ascoltare perfettamente, tanto è impressa nel cuore. Mi hai insegnato tu che la fantasia non è fuga ma medicin...

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