E se smettessimo di cancellare?
Domenica 26 ottobre ci sarà la cerimonia di premiazione del Premio Amerino, e tra i finalisti c'è il mio racconto: «Il Giorno in cui il Tasto Backspace Scioperò».
Mentre aspettiamo di vedere se il tasto backspace ci aiuterà davvero (o se deciderà di scioperare anche lui per solidarietà), ecco un estratto. Il prologo e l'inizio della storia.
Buona lettura, con tutti gli errori del caso.
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Il Giorno in cui il Tasto Backspace Scioperò
Una storia d'amore scritta con gli sbagli
Prologo: La Teoria del Caos Ortografico
Ogni errore di battitura è un universo parallelo che non è nato. Una realtà alternativa strozzata nella culla dal mignolo assassino che preme backspace, quel tasto con la freccia verso sinistra che cancella, che annulla, che uccide le parole appena nate, il serial killer silenzioso di ogni tastiera. Ma cosa succederebbe se tutti questi universi abortiti decidessero di ribellarsi? Se ogni "ti amo" cancellato tornasse a galla come un cadavere digitale che reclama giustizia?
Questa è la storia di come l'umanità scoprì che l'amore è sbagliare magnificamente insieme, l'errore di battitura più prezioso nel documento della vita.
Capitolo 1: Il Grande Ammutinamento
Era un martedì che si era travestito da lunedì ma gli si vedevano le caviglie del weekend, quando Ernesto Cancellini, revisore di bozze senior per la casa editrice "Perfezione & Associati", si sedette alla sua scrivania con la solita tazza di caffè che sapeva di rassegnazione liquida.
Ernesto Cancellini: quarantadue anni vissuti come una bozza in attesa di revisione finale. I suoi capelli erano brizzolati prematuramente, sbiancati dall'orrore di migliaia di apostrofi assassinati nel posto sbagliato. Gli occhi cerchiati da anni passati a dare la caccia ai refusi come un serial killer grammaticale. Le mani che tremavano leggermente, sindrome da backspace compulsivo, una malattia non ancora riconosciuta dall'OMS ma devastante quanto l'alcolismo.
Il suo cognome era una profezia autoavverante. "Cancellini cancellina tutto!" gridavano i bambini a scuola, e lui aveva trasformato quella maledizione in professione, come chi diventa becchino per fare pace con la morte. Nel suo portafoglio, nascosto dietro la tessera sanitaria, conservava un post-it giallo con scritto "Ti aspeto alle 8": l'ultimo messaggio che Sofia gli aveva lasciato sul frigo tre anni prima, la mattina in cui se n'era andata. Quell'errore che lui non aveva avuto il coraggio di correggere né di buttare.
La sua vita era un lungo, interminabile backspace esistenziale.
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[continua...]
Cosa succederà quando il backspace deciderà davvero di scioperare? Ernesto riuscirà a scrivere il messaggio più sincero della sua vita? E soprattutto: riuscirà finalmente a premere "invio"?
Per scoprirlo, incrociate le dita (ma non le lettere) per domenica 26 ottobre. Con tutti i nostri magnifici errori.
— Fabiano Pirozzi
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