Lettera a Baldassarre #1 - Aiuto, ho perso il registro formale!
Quando l'eloquenza incontra la disperazione moderna
“Lettere a Baldassarre” è la rubrica in cui ogni dubbio linguistico, esistenziale, amoroso o gastronomico riceve risposta dall’unico, inimitabile, inesorabilmente logorroico gentiluomo delle lettere: Messer Baldassarre Logorroico. Scrivete, e vi sarà dissertato.
baldassarre@paroleimprobabili.it
Caro Messer Baldassarre Logorroico,
le scrivo in preda alla più nera disperazione lessicale. Sono una studentessa universitaria di 22 anni e negli ultimi mesi mi sono accorta di una cosa terribile: il mio modo di scrivere sui social e con gli amici sta contaminando sempre di più il mio linguaggio formale.
Due settimane fa ho preso 18 a un esame orale perché ho detto al professore: "Allora prof, tipo, Manzoni praticamente ha scritto i Promessi Sposi perché voleva fare il romanzo nazionale, no?" Il docente mi ha guardata come se avessi appena bestemmiato in aramaico.
Un’altra volta ho scritto una mail al mio relatore di tesi iniziando con "Heyy prof! Tutto ok? Btw praticamente volevo chiederle una cosa velocissima ahah 😅💕 lol" e mi sono accorta dell'orrore solo dopo aver cliccato "invia". Volevo scavare una buca e viverci dentro per sempre.
Ho paura di aver perso per sempre la capacità di esprimermi in modo adeguato quando serve. Come faccio a riappropriarmi del registro formale? La prego, mi aiuti lei che sa usare le parole come un maestro d'orchestra dirige la sinfonia.
Attendo la sua infinita saggezza.
Con stima accademica,
Chiara
RISPOSTA DI MESSER BALDASSARRE LOGORROICO
Carissima Chiara,
eroica studentessa precipitata nell'abisso tenebroso dell'informalità digitale come Dante nell'Inferno, ma senza Virgilio a guidarla verso la redenzione sintattica!
La vostra comunicazione elettronica (già il mero fatto che abbiate osato comporre un messaggio digitale autentico, corredato di protocollo iniziale "Caro" e sigillo finale nominativo, costituisce prova inconfutabile che l'anima retorico-letteraria non è completamente trapassata a miglior vita nel vostro giovane petto accademico-universitario) ha scatenato nel mio cuore di gentiluomo delle lettere un terremoto emotivo di così spaventosa intensità che Sesquipedale, la mia gatta filosofica abilitata alla riflessione metafisica superiore, ha immediatamente sospeso la sua quotidiana dissertazione felina sul significato esistenziale del tonno in scatola per lanciarmi uno sguardo di fraterna solidarietà linguistico-educativa che mi ha commosso fino alle lacrime!
Sappiate, dolcissima vittima del Progressivo Appiattimento Espressivo Contemporaneo (fenomeno catalogato dall’ Accademia Internazionale dei Logorroici sotto la sigla P.A.E.C.), che il vostro male ha un nome scientificamente preciso: Sindrome Acuta da Contaminazione Linguistica Progressiva con Complicazioni Emoji-Dipendenti, una patologia comunicativo-linguistica di devastante portata che attualmente affligge il 97,3% degli studenti universitari della Penisola, trasformando nobili menti accademiche potenzialmente geniali in distributori automatici di intercalari privi di qualsiasi eleganza espressiva!
Ma, e qui si cela la notizia gloriosamente trionfante che dovrebbe indurvi a eseguire un walzer di gioia grammaticale accompagnato da tarantella sintattica, la vostra situazione non è ancora irreversibilmente compromessa! Il fatto stesso che vi siate accorta del problema con lucidità auto-analitica significa che il vostro "sensore interno per la correttezza linguistica" funziona ancora egregiamente!
LA TERAPIA BALDASSARRESCA SCIENTIFICAMENTE TESTATA PER IL RECUPERO DELL'ELOQUENZA ACCADEMICA:
PRIMA FASE - La Grande Separazione Schizofrenico-Linguistica: Immaginate che dentro il vostro cervello coabitino due personalità distinte: "Chiara-WhatsApp-Informale" (che pronuncia "tipo" ogni tre parole come un singhiozzo lessicale) e "Chiara-Università-Formale" (che dice "per l'appunto" con la solennità di un magistrato della Corte Suprema). Allenatevi a effettuare il cambio di personalità con la stessa rapidità fulminea con cui Superman si trasforma nella cabina telefonica, ma sostituendo il mantello rosso con un vocabolario della Crusca!
SECONDA FASE - L'Allenamento Mattutino del Registro Formale Solenne: Ogni mattina, davanti allo specchio della vostra camera (possibilmente quello più grande, per dare maggiore epicità alla performance), pronunciate questa formula magico-accademica: "Egregio professore, desidererei umilmente sottoporre alla sua illuminata attenzione alcune considerazioni di carattere critico-analitico in merito all'argomento sapientemente trattato durante l'ultima lezione universitaria." Ripetetela con crescente pathos drammatico finché non vi suonerà naturale come "Ciao, come va?", processo che richiederà circa quarantasette ripetizioni quotidiane per ventitré giorni consecutivi!
TERZA FASE - La Meditazione Zen Anti-Emoji: Prima di digitare qualsiasi email universitaria, eseguite tre respiri profondi accompagnati dalla mantra-domanda esistenziale: "Sto per scrivere alla mia migliore amica del cuore o a un docente universitario che potrebbe decidere il mio destino accademico-professionale per i prossimi cinquant'anni?" La risposta vi illuminerà come un fulmine di saggezza burocratico-universitaria!
QUARTA FASE - Il Mantra Sostitutivo della Formalità Suprema: Quando sentirete emergere dalle profondità del vostro subconscio un "tipo" o un "praticamente" durante un esame orale, mentalmente sostituiteli immediatamente con "per l'appunto" e "sostanzialmente", operazione che equivale a sostituire le infradito da spiaggia con le scarpe da cerimonia: inizialmente scomodo, poi diventa naturale come respirare!
Sforzatevi di immaginare, gentilissima Chiara, che ogni "tipo" che riuscite a non pronunciare equivale matematicamente a 0,5 punti in più al vostro voto di laurea finale! E se il vostro relatore vi sentirà pronunciare "La ringrazio sentitamente per la cortese attenzione prestata e rimango in devota attesa di un suo gradito riscontro", probabilmente crollerà dalla sedia pensando di aver scoperto la studentessa perfetta dell'universo (anche se inizialmente si chiederà se avete frequentato un corso intensivo di galateo epistolare settecentesco)!
L'italiano formale vi aspetta a braccia spalancate come una madre amorevole, pronto a perdonarvi ogni emoji accidentale e ogni intercalare improprio, perché sa che nel profondo del vostro cuore di studentessa dimora ancora indomita la nobiltà espressiva millenaria dei nostri avi letterati, da Dante a Manzoni, da Leopardi a Calvino!
Con immutata fiducia nella vostra prossima resurrezione accademico-linguistica,
Messer Baldassarre Logorroico
P.S.: Sesquipedale osserva che i gatti, pur vivendo quotidianamente con gli umani, non hanno mai perso la loro naturale eleganza felina. Non iniziano mai a camminare a due zampe solo perché vedono gli umani farlo. Mantengono sempre la propria dignità espressiva. Forse c'è una lezione in questo, cara Chiara.
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Pazientate: l’attesa è il preambolo del delirio.