Il Controllore dell'Adeguazione

 

Statua di San Tommaso d'Aquino che tiene un Veritometro vintage, dispositivo per controllare la verità. Fusione surreale tra filosofia medievale e tecnologia moderna su sfondo di colonne dorate.

Ovvero come San Tommaso inventò il primo metal detector dell'anima

 


PREMESSA


"Veritas est adaequatio intellectus et rei",  la verità della conoscenza è l'adeguazione dell'intelletto alla cosa, sosteneva San Tommaso d'Aquino nel XIII secolo. In parole povere: se quello che pensi corrisponde a quello che è, hai trovato la verità. Semplice, no? Come dire che l'acqua bagna. Ma cosa succede quando questo principio medievale incontra un Veritometro digitale e un impiegato comunale con la missione di multare ogni inadeguazione? San Tommaso non aveva previsto che la sua formula sarebbe diventata un'arma burocratica di distruzione di massa dell'immaginazione.




 

Il dottor Giusto Corrispondenza si svegliò quella mattina con la certezza granitica di essere l'uomo più inutile del pianeta. Il che, secondo il suo Veritometro portatile (un aggeggio nato dall'amore impossibile tra un termometro digitale e un rilevatore di bugie in piena crisi adolescenziale), corrispondeva perfettamente alla realtà.


BEEP!  ADEGUAZIONE VERIFICATA (con nota di merito per l'onestà autodistruttiva)


"Perfetto," sospirò, infilandosi la divisa dell'Ufficio Verifiche Intelletto-Realtà, sulla cui targhetta qualcuno aveva aggiunto a penna: "Dove i sogni vengono a morire". "Almeno su questo San Tommaso sarebbe fiero di me."


Da quando il sindaco aveva istituito questo ufficio tre anni prima (durante una crisi mistica dopo aver letto Wikipedia alla voce "Verità" per sbaglio invece di "Verruca"), Giusto era l'unico dipendente comunale specializzato in controlli filosofici. E ci credeva, eccome se ci credeva! Con la stessa intensità con cui un bambino crede che il pavimento sia lava: totalmente, disperatamente, magnificamente.


Già, San Tommaso. Il santo patrono del suo ufficio, quello che nel 1200 e qualcosa aveva avuto la brillante idea di stabilire che "veritas est adaequatio intellectus et rei". In parole povere: se pensi una cosa e quella cosa è vera, allora hai beccato la verità. Geniale, no? Come dire che l'acqua è bagnata o che i lunedì fanno schifo. Ma forse San Tommaso non aveva mai incontrato un lunedì moderno, quelli che iniziano con tre riunioni su Teams e finiscono con l'anima in modalità aereo.


Il genio medievale, nella sua torre d'avorio senza Wi-Fi, non poteva immaginare che otto secoli dopo il suo postulato sarebbe diventato la base per il lavoro più assurdo del mondo moderno: verificare che la gente non si raccontasse troppe balle. Come se le balle non fossero l'unica cosa che ci tiene in piedi, pensò Giusto, per poi multarsi mentalmente per inadeguazione al protocollo.


Giusto uscì dall'ufficio in Via dell'Adeguazione, 100 (un indirizzo che il Comune aveva scelto non a caso, perché 100 è la percentuale di sincerità richiesta con se stessi, anche se tutti sapevano che il 73% delle statistiche sono inventate sul momento, questa inclusa).


Prima tappa: il bar "Da Tommaso", ovviamente. Non per devozione, ma perché era l'unico bar che faceva credito agli impiegati comunali. Il barista, un certo Enzo Caffeinomane (cognome d'arte, quello vero era Tisanetti), stava raccontando a un cliente: "Ti giuro, questa miscela l'ho inventata io! È rivoluzionaria! Sa di futuro con retrogusto di nostalgia!"


Giusto tirò fuori il Veritometro e lo puntò su Enzo. Lo strumento emise un sospiro elettronico prima di mettersi al lavoro.


BEEP! BEEP! BEEP!  INADEGUAZIONE RILEVATA Sottotitolo lampeggiante: "Miscela acquistata al discount 'Tutto a 1 Euro', reparto 'Illusioni Alimentari'"


"Scusi, signor Caffeinomane," intervenne Giusto mostrando il tesserino che ogni mattina sperava di aver dimenticato a casa, "ma risulta che lei ha acquistato questa miscela al supermercato ieri alle 14:37. Scontrino numero 456/B, cassa 3, la cassiera Margherita che pensava ai fatti suoi. Multa di 50 euro per inadeguazione commerciale aggravata da autoinganno caffeico."


"Ma come fa a saperlo?" balbettò Enzo, mentre il caffè nella tazzina sembrava vergognarsi di esistere.


"San Tommaso d'Aquino, 1225-1274, Summa Theologiae, questione sedici, articolo uno, risposta alle obiezioni, nota a piè di pagina che nessuno legge mai. Se il suo intelletto dice 'Ho inventato il caffè' ma la realtà dice 'L'ha comprato al discount dove vendono anche il caffè scaduto', siamo in presenza di una clamorosa stonatura metafisica. È come un soprano che canta il rap: tecnicamente possibile, filosoficamente sbagliato."


Il cliente al bancone, un pensionato che veniva lì solo per la compagnia del cornetto, guardò la scena perplesso: "Ma scusi, questo San Tommaso era della Guardia di Finanza?"


"Peggio," rispose Giusto con l'aria di chi ha visto troppe verità per una sola vita, "era un domenicano. Quelli sono ancora più fiscali di noi. Verificavano l'eresia con metodi che facevano sembrare il mio Veritometro un giocattolo per bambini."


Seconda tappa: la piazza centrale, dove la statua di San Tommaso sembrava giudicare tutti con uno sguardo che diceva "Io ve l'avevo detto che era complicato". La signora Rosalba Autoinganno (nata Franchetti, ma aveva sposato il suo destino) stava spiegando alle amiche quanto fosse brava a cucinare.


"Le mie lasagne sono divine! Tutti me lo dicono! Mio marito dice che sono meglio di quelle di sua madre!" (Il marito in questione era notoriamente orfano dalla nascita, dettaglio che il Veritometro annotò con una certa compassione elettronica.)


BEEP! BEEP! BEEP!  INADEGUAZIONE CRITICA Alert bonus: "Pericolo biologico rilevato nel raggio di 50 metri dalla sua cucina"


"Signora," la fermò Giusto, notando che persino i piccioni evitavano le briciole del suo panino, "il Veritometro indica che l'ultima volta che ha cucinato lasagne, i Vigili del Fuoco sono intervenuti per domare l'incendio, sua suocera è stata ricoverata per intossicazione alimentare, e il gatto di famiglia ha presentato formale richiesta di adozione presso un'altra famiglia."


"Ma erano buonissime!" protestò la signora, con la convinzione di chi ha costruito un'intera identità su una bugia gastronomica.


"Se per 'buonissime' intende 'tossiche quanto un fungo di Chernobyl marinato nell'inchiostro di seppia scaduto', allora sì, siamo in perfetta adeguazione tomistica. Altrimenti, 75 euro di multa e l'obbligo di frequentare un corso di 'Onestà Culinaria per Principianti'."


Ma fu nel pomeriggio, alle 15:33 precise (il 3 in più faceva la differenza, secondo il manuale operativo), che il Veritometro cominciò a dare i numeri. Non metaforicamente: proprio numeri a caso, come un bingo esistenziale. Proprio davanti alla statua di San Tommaso nella piazza principale (una statua che il santo non aveva mai chiesto e che probabilmente gli avrebbe fatto venire una crisi teologica vedendo come l'avevano ritratto, con un'espressione a metà tra il saggio e lo stitico), lo strumento iniziò a suonare la Cavalcata delle Valchirie in versione 8-bit.


BEEP! BEEP! BEEP! BEEP! INADEGUAZIONE MASSIVA RILEVATA Sistema in crash filosofico - Riavvio impossibile - San Tommaso not responding


"Che succede?" si chiese Giusto guardando il display che mostrava emoticon casuali intervallate da citazioni di Aristotele in aramaico.


Si guardò intorno con gli occhi di chi sta per capire che il mondo è uno scherzo e lui è la battuta finale. Un bambino stava giocando a fare il pilota con un aeroplano di carta, urlando "Mayday! Mayday!" mentre l'aereo planava dolcemente verso una pozzanghera. Una coppia di fidanzati si sussurrava "ti amerò per sempre", mentre lui controllava Tinder con l'altra mano e lei pensava all'istruttore di pilates. Un vecchietto dava da mangiare ai piccioni dicendo "bravi, i miei bambini", mentre i piccioni lo consideravano solo un distributore automatico con le gambe.


Il Veritometro era in tilt totale, mostrando schermate blu della morte filosofica.


"Ma sono tutte inadeguazioni!" esclamò Giusto, con la voce di chi ha appena scoperto che Babbo Natale non solo non esiste, ma non è mai nemmeno stato concepito. "Il bambino non è un pilota! I fidanzati non si ameranno per sempre! I piccioni non sono i figli del vecchio! È tutto falso! TUTTO!"


Fu in quel momento, mentre Giusto contemplava il crollo del suo universo verificabile, che dalla statua di San Tommaso arrivò una voce. Una voce profonda e solenne, con un leggero accento domenicano del XIII secolo e una punta di irritazione divina:


"Giusto, figlio mio, stai facendo una confusione metafisica che manco Hegel dopo tre grappe."


Giusto si voltò di scatto. La statua aveva gli occhi aperti e lo guardava con aria paterna ma leggermente scocciata, come un professore di filosofia che ti becca a copiare da Wikipedia.


"San... San Tommaso? Lei è morto! Dal 1274! Ho verificato personalmente il certificato di morte!"


"Appunto. E questa è un'adeguazione perfetta: sono morto e sto parlando. Paradosso? No, miracolo! Che poi è solo un paradosso con il permesso divino. Quando ho detto 'adaequatio intellectus et rei' non intendevo mica che dovevi trasformare il mondo in un Amazon della verità con consegna in giornata! La verità non è un pacco da spedire!"


"Ma allora come funziona la verità?" chiese Giusto, sedendosi su una panchina che portava la targa "Sponsorizzata dalla Ditta Fratelli Sinceri - Finzioni di Qualità dal 1987".


La statua sorrise (cosa tecnicamente impossibile per una statua, ma ormai Giusto aveva perso il controllo delle adeguazioni come un ubriaco perde le chiavi di casa):


"La verità, caro Giusto, non è solo quando il pensiero corrisponde alla cosa. È anche quando il pensiero TRASFORMA la cosa! Quel bambino non è un pilota, ma giocando diventa coraggioso come un pilota. Impara il coraggio attraverso la carta e l'immaginazione! Quei fidanzati non si ameranno per sempre, ma credendoci amano davvero ADESSO, e l'adesso è l'unico tempo che esiste davvero: il resto è memoria o speranza. Il vecchio non ha generato biologicamente i piccioni, ma nutrendoli diventa davvero un padre. L'amore non controlla il DNA!"


"Quindi... il mio lavoro è inutile?" La voce di Giusto tremò come un budino esistenziale.


"Il tuo lavoro è la più grande inadeguazione di tutte: credi di servire la verità distruggendo l'immaginazione. Ma l'immaginazione È verità! È la verità che non è ancora accaduta! È il seme della realtà futura! Ogni grande verità è stata prima una magnifica bugia che qualcuno ha avuto il coraggio di credere vera!"


Giusto guardò il Veritometro, che in quel momento stava avendo quello che in termini tecnici si chiama "crollo nervoso digitale":


INADEGUAZIONE DELL'INADEGUAZIONE RILEVATA ERRORE FILOSOFICO FATALE PARADOSSO RICORSIVO IN CORSO SAN TOMMASO.EXE HA SMESSO DI FUNZIONARE RIAVVIO SISTEMA...RIAVVIO FALLITO ADDIO, MONDO CRUDELE 


Lo strumento iniziò a fumare, emise un ultimo "beep" che sembrava più un singhiozzo elettronico, mostrò brevemente l'immagine di un naufrago che saluta sorridendo mentre la nave affonda con la scritta "Tutto sotto controllo", e si spense per sempre con la dignità di un Nokia 3310 che muore dopo vent'anni di onorato servizio.


"Ecco," disse la statua di San Tommaso, mentre piccioni iniziavano a posarsi sulla sua testa conferendogli un'aria meno austera, "ora sei libero di cercare la vera adeguazione: quella tra il cuore e il mondo, non tra il cervello e la realtà. Quella è roba per commercialisti dell'anima, per notai dell'esistenza, per geometri del sentimento. Tu sei nato per essere un poeta della verità, non un ragioniere della realtà!"


"E cosa faccio ora?" chiese Giusto, guardando il Veritometro morto nelle sue mani come si guarda un vecchio amico che ti ha finalmente detto la verità.


"Beh, potresti iniziare a credere che una statua possa parlare. Sarebbe un bel passo avanti verso l'inadeguazione creativa. Oppure potresti convincerti che tutto questo è stato un colpo di sole e tornare alla tua vita di sempre. Ma sappi che ogni volta che vedrai un bambino giocare, due innamorati mentirsi dolcemente, o un vecchio parlare con i piccioni, ricorderai questo momento. Il momento in cui hai scoperto che la verità più grande è che la verità non è mai solo vera."


Giusto scoppiò a ridere. Per la prima volta in anni, rise senza verificare se la sua allegria corrispondesse a un motivo oggettivamente divertente. Rise perché sì, perché no, perché forse. E lo fece come un bambino: senza motivo, senza permesso, senza bisogno di dimostrare che aveva diritto di ridere.


E il Veritometro, ormai spento per sempre, non poté più segnalargli che quella era la più bella adeguazione di sempre: ridere perché la vita è assurda e meravigliosa, perché San Tommaso d'Aquino probabilmente non aveva mai immaginato che il suo postulato sarebbe finito in un racconto surreale di un autore del 2025, e perché in fondo, in fondo, siamo tutti controllori dell'adeguazione che hanno dimenticato di controllare la cosa più importante: se stiamo vivendo davvero o solo verificando di essere vivi.


Da quel giorno, Giusto continuò a lavorare all'Ufficio Verifiche Intelletto-Realtà. Ma ora usava una matita invece del Veritometro. E su ogni multa scriveva: "Inadeguazione rilevata, ma che bella inadeguazione!"


I cittadini iniziarono a collezionarle come figurine.


Il sindaco lo voleva licenziare.


San Tommaso, dalla sua statua, strizzava l'occhio.


FINE


P.S. San Tommaso, dalla sua statua, ogni tanto strizza ancora l'occhio ai passanti. Ma solo a quelli che hanno capito che la verità più grande è proprio che non esiste una verità più grande. O forse sì. O forse no. Dipende da cosa dice il Veritometro del cuore, che per fortuna nessuno ha ancora inventato. E se qualcuno ci provasse, San Tommaso in persona scenderebbe dal paradiso per romperlo. Alcune cose è meglio non verificarle. Sono vere proprio perché non le verifichiamo.




NOTA IRONICA DELL'AUTORE 


Questo racconto è stato verificato per l'adeguazione filosofica ed è risultato inadeguato al 137%. Il che, paradossalmente, lo rende perfettamente adeguato. San Tommaso approva, ma non può metterlo per iscritto perché sarebbe un'inadeguazione temporale. È nato il giorno in cui ho realizzato che viviamo nell'epoca dei fact-checker esistenziali, dove ogni emozione deve corrispondere a un dato verificabile e ogni sogno deve passare il controllo qualità della realtà. San Tommaso cercava la verità divina attraverso la ragione; noi cerchiamo di sopravvivere alla ragione attraverso magnifiche bugie quotidiane. Il paradosso è che il santo domenicano, con la sua adaequatio, voleva unire cielo e terra, non certo trasformare la vita in un foglio Excel dell'anima. Se mai dovesse leggere questo racconto dal paradiso, spero mi perdoni per averlo fatto parlare da una statua. D'altronde, come direbbe lui stesso strizzando l'occhio: "È un'inadeguazione talmente bella che diventa vera.



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Estratti da "Il Soliloquio Stellare di Messer Baldassarre Logorroico"


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