Perché il mio fiume danza il flamenco di Paco de Lucía

 

Illustrazione surreale di una chitarra flamenca gigante che si trasforma in un fiume serpeggiante. Le corde della chitarra diventano rivoli d'acqua dorata e argentata che fluiscono in curve sinuose. Note musicali fluttuano nel cielo al tramonto mentre il fiume-chitarra scorre tra alberi verdi e palazzi urbani sullo sfondo, rappresentando la tensione tra natura e cemento, tra passato e futuro.


Entre dos aguas. Tra due acque.


Quando Paco de Lucía compose questo pezzo nel 1973, forse non sapeva che stava scrivendo la colonna sonora di ogni fiume costretto nel cemento. O forse sì, perché i geni captano frequenze che noi mortali scopriamo solo decenni dopo.


Entre dos aguas non è solo flamenco. È lo stato di sospensione tra quello che eravamo e quello che possiamo diventare. È il fiume che ricorda le sue curve mentre scorre dritto nel canale di cemento. È la danza impossibile tra la memoria e la speranza.


Il mio Fiume Amnesico vive esattamente lì: entre dos aguas.


La prima acqua è quella del passato: quando serpeggiava libero, quando i bambini ci giocavano dentro, quando Giulietta la rana faceva il suo musical dell'ecosistema. L'acqua della memoria, dolce come miele di montagna.


La seconda acqua è quella del futuro possibile: quando qualcuno avrà il coraggio di togliere il cemento, quando gli umani dal cuore risvegliato capiranno che salvare un fiume significa salvare un pezzo di mondo.


E in mezzo? In mezzo c'è il presente del fiume: costretto a scorrere dritto ma che tenta, con uno sforzo titanico, una piccola curva. Una curva che è resistenza. Una curva che è flamenco liquido.


"Entre dos aguas de tu sentimiento" canta il flamenco. Tra due acque del tuo sentimento.


Il sentimento di perdita e il sentimento di possibilità. Il dolore per quello che abbiamo distrutto e la gioia per quello che possiamo ancora salvare. La rassegnazione e la ribellione.


Sabato a Pescina non andrò solo a ritirare un premio. Andrò a testimoniare con il mio racconto che i fiumi sanno ancora ballare il flamenco, anche quando hanno le sponde di cemento. Che la musica dell'acqua non si può incarcerare per sempre.


E se mentre leggete questo post mettete su Entre dos aguas di Paco (eccolo qui: https://www.youtube.com/watch?v=sQFEG84gOqo), sentirete il mio fiume che tenta la sua prima, timidissima curva.


Perché alcune danze non si dimenticano. Si aspetta solo il momento giusto per ricominciare.


"Farò piccole curve quando riesco, canterò forte quando piove."




Grazie a @RewildingApennines per ricordarci ogni giorno che la natura può rinascere, che i fiumi possono tornare a serpeggiare e che il cemento non è per sempre. Il vostro lavoro è la dimostrazione vivente che "entre dos aguas" c'è sempre spazio per la speranza.


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