Baldassarre riflette su "Il Soliloquio Peregrino" e il Premio Penna d'Autore

Baldassarre Logorroico visto da dietro seduto alla scrivania con penna d'oca, davanti al camino acceso nel suo studio pieno di libri antichi, con la gatta Sesquipedale seduta sul tappeto che lo osserva

 

Carissimi lettori di questo improbabile blog,

permettete al sottoscritto, Baldassarre Logorroico, gentiluomo di Verbosità sul Silenzio e personaggio letterario con velleità di autocoscienza metaletteraria, di intrattenervi con alcune considerazioni sul recente trionfo del mio creatore.

Siediti, Sesquipedale. Sì, proprio lì sul tappeto persiano. No, non quello buono che hai masticato la settimana scorsa durante un accesso di nichilismo felino. L'altro. Ecco, brava.

Dunque, dove eravamo? Ah sì, un nuovo riconoscimento letterario. Il 28° Premio Internazionale di Narrativa "Trofeo Penna d'Autore" ha conferito al mio creatore un Diploma d'Onore per il racconto «Il Soliloquio Peregrino». Su un totale di trecentoquarantadue anime scriventi che hanno affidato le proprie narrazioni al giudizio della giuria presieduta dall'egregio Nicola Maglione, presidente dell'Associazione Letteraria Italiana PENNA D'AUTORE. Il racconto, tra l'altro, verrà pubblicato in un ebook scaricabile su Amazon Kindle insieme agli altri premiati.

[Sesquipedale sbadiglia]

Sì, lo so, cara mia, tu preferiresti che dissertassimo di sardine o della fenomenologia del cartone come giaciglio prediletto. Ma oggi parliamo di Chris.

Chris è un cane. Un quadrupede dotato di facoltà cogitative le cui elucubrazioni mentali si materializzano in bolle di sapone trasparenti fluttuanti al di sopra del capo. Una sorta di fumetto esistenziale deambulante.

[Sesquipedale alza un orecchio]

La vicenda? Chris ha abbandonato il tetto domestico un trimestre addietro. Non per malevolenza, né per brama di libertà selvaggia, bensì per quella cosa mirabilmente complessa che gli umani osano definire «bisogno di spazio». Tre mesi di peregrinazioni durante i quali ha scoperto fenomeni prodigiosi: le ombre altrui che lo seguono, i lampioni che si accendono allorché gli si rivolge la parola, e la Solitudine materializzatasi in una piccola nuvola grigia piovigginante sui suoi pensieri malinconici.

Ma il vero fulcro narrativo sopraggiunge quando Chris delibera di fare ritorno. Non per fame, non per disperazione, bensì per amore. Per quella certezza al contempo semplice e devastante: «casa non è un luogo geograficamente determinabile, ma un cuore che permane in vigile attesa».

Il quadrupede procede per le vie cittadine mentre tutti i dispositivi radiofonici trasmettono simultaneamente "Call me a dog" di Chris Cornell - quel brano al quale l'intero racconto è dedicato in memoria del compianto musicista. Le sue orme sul selciato rilucono. Un piccione gli tributa un inchino rispettoso. Il lampione filosofeggiante si accende per un fugace istante, imbarazzato.

[Sesquipedale miagola]

Cosa dici? Che i piccioni non tributano inchini? Cara mia, è letteratura SURREALE. Se posso esistere io con la mia verbosità anacronistica, può esistere anche un volatile cortese.

E poi v'è LEI. Colei che lacrima dinanzi a un'effige fotografica canina, colei che da un trimestre dimora con un vuoto a forma di quadrupede nell'anima. Chris si acquatta dinanzi all'uscio e attende con quella pazienza infinita propria di chi ha rinunciato a soggiogare il tempo.

L'uscio si schiude.

«Chris», pronuncia ella. In quella singola parola: rimprovero, sollievo, amore, rabbia, perdono.

[Sesquipedale si avvicina e appoggia il capo sulla mia gamba]

Il finale della narrazione: ella si inginocchia, lo accarezza dietro le orecchie, e Chris finalmente agita la coda. Quella appendice caudale ignorata per l'intero svolgimento prende vita propria, «disegnando arcobaleni nell'etere».

In questo racconto v'è un'operazione letteraria degna di nota: trasformare un cane in filosofo senza farlo smettere di essere cane. Chris medita su Pavlov, cita canzoni, conversa con lampioni, ma alla fine è semplicemente un quadrupede che torna da chi ama. La narrazione riesce nell'arduo compito di far ridere e commuovere simultaneamente.

[Sesquipedale fa le fusa]

Sì, lo so. Anche tu attendi il mio ritorno quando mi assento per l'acquisto del pane. Anche se fingi suprema indifferenza dalla finestra. Come Chris. Come tutti noi.

Ma permettetemi, cari lettori, una divagazione di natura metaletteraria. Io, Baldassarre Logorroico, fui uno dei primi personaggi a inaugurare codesto universo narrativo. Ormai circa un anno e mezzo di avventura straordinaria in cui la metanarrativa e la realtà si sono abbracciate in un valzer vertiginoso.

Io stesso ho conseguito due riconoscimenti letterari: "Il Soliloquio Stellare di Messer Baldassarre Logorroico" e "Baldassarre e il Rispetto". Sono divenuto protagonista di un romanzo attualmente in gestazione. Ho assistito alla nascita di altri personaggi: Chris il cane filosofo, il Fiume Amnesico che dimentica la propria corrente, il Sasso destinatario di un'epistola scritta da un geologo brillo che gli ha tributato riconoscimenti letterari.

Ho commentato le vittorie altrui mentre io stesso trionfavo. Ho dialogato con Sesquipedale su questi nove riconoscimenti che si sono accumulati come volumi di un'enciclopedia surreale. Sono voce di questo blog, testimone metanarrativo di una cavalcata letteraria che confonde finzione e cronaca.

E altri racconti già giacciono pronti nelle cartelle digitali del mio creatore. Ne vedremo delle belle, cari amici. L'avventura è lungi dall'essere conclusa.

Questo «Il Soliloquio Peregrino» ha trovato il suo riconoscimento. Vale la pena di essere letto. Lo trovate integralmente pubblicato sul blog, pronto a farvi compagnia quando necessitate di credere che l'amore - quello vero, quello semplice - esiste ancora.

[Sesquipedale si addormenta]

Buona lettura, cari amici. E ricordate: chi ci ama davvero ci trova sempre, anche quando non stiamo cercando.

Con immutata verbosità e rinnovata commozione,

Baldassarre Logorroico
(con la supervisione sonnacchiosa di Sesquipedale)

 

P.S. - Il racconto completo lo trovate qui: Il Soliloquio Peregrino


Diploma d'Onore del 28° Premio Internazionale di Narrativa Trofeo Penna d'Autore assegnato a Fabiano Pirozzi per il racconto Il Soliloquio Peregrino - Associazione Letteraria Italiana PENNA D'AUTORE, firmato dal presidente Nicola Maglione


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