Lettera a Baldassarre #2 - La Questione Gnocchesca
Quando l'amor coniugale si scontra con la geometria culinaria
"Lettere a Baldassarre" è la rubrica in cui ogni dubbio linguistico, esistenziale, amoroso, gastronomico o di qualsivoglia altra natura riceve risposta dall'unico, inimitabile, inesorabilmente logorroico gentiluomo: Messer Baldassarre Logorroico. Scrivete, e vi sarà dissertato.
baldassarre@paroleimprobabili.it
Caro Messer Baldassarre Logorroico,
mi chiamo Giuseppina Rotondi e sono in crisi. No, non quella esistenziale che lei sa gestire così bene, ma una crisi culinaria che sta mettendo a rischio il mio matrimonio di trentadue anni e la mia sanità mentale.
Il problema sono gli gnocchi.
Mio marito Umberto (che lei probabilmente descriverebbe come "un mastodonte onnivoro dalle pretese gastronomiche") sostiene che i veri gnocchi devono essere perfettamente sferici, "come palline da ping-pong commestibili". Io invece sono convinta che debbano avere quella forma un po' schiacciata, con le righe della forchetta sopra, "come piccoli cuscini per le papille gustative".
Abbiamo litigato per tre ore domenica scorsa. TRE ORE, Messer Baldassarre! Mio figlio è scappato di casa (temporaneamente, è tornato per cena), mia nuora non ci parla più, e il cane si nasconde sotto il tavolo ogni volta che qualcuno di noi pronuncia la parola "gnocco".
La cosa è degenerata quando Umberto ha tirato fuori il metro da sarta per misurare i miei gnocchi, sostenendo che "superavano i parametri normativi della sfericità". Io, per tutta risposta, ho fatto una ricerca su internet scoprendo che esistono 847 tipi diversi di gnocchi regionali (li ho contati tutti!) e glieli ho elencati uno per uno mentre lui cenava.
Ora dormiamo in stanze separate e comunichiamo solo attraverso biglietti lasciati sul frigorifero. L'ultimo che mi ha scritto diceva: "I tuoi gnocchi sono un'offesa alla geometria euclidea".
Messer Baldassarre, lei che sa tutto di tutto e che usa le parole come una bacchetta magica, mi aiuti. Come posso far capire a mio marito che la forma degli gnocchi non è una questione di matematica ma di amore? E soprattutto: secondo lei, qual è la forma VERA degli gnocchi?
P.S. Ho provato a fare gnocchi triangolari per vendicarmi, ma si sono cotti in metà tempo rispetto a quelli tondi e ora Umberto vuole brevettarli come "gnocchi ad alta efficienza termica".
Con speranza gnocchesca,
Giuseppina Rotondi
RISPOSTA DI MESSER BALDASSARRE LOGORROICO
Egregia Signora Giuseppina,
custode delle Sfere Farinacee e Martire dell'Armonia Coniugale,
la vostra epistola mi è giunta come un'epifania culinaria nel mezzo di una mattinata particolarmente sterile dal punto di vista gastronomico-filosofico. Sesquipedale, la mia felina confidente dal pelo prolisso, ha perfino interrotto il suo riposo ermeneutico per ascoltare la lettura della vostra drammatica narrazione, segno inequivocabile che il vostro caso trascende i confini della mera disputa culinaria per assurgere alle vette della tragedia esistenziale contemporanea.
Ma procediamo con metodo aristotelico nell'analisi della vostra questio gnocchesca.
Il vostro egregio consorte Umberto (permettetemi di immaginarlo come un geometra dell'alimentazione, armato di compasso e dotato di una passione smodata per gli angoli giri applicati alla pasta) commette un errore epistemologico fondamentale: confonde la perfezione matematica con la bellezza culinaria. È come pretendere che le nuvole rispettino i teoremi di Pitagora o che i gatti miagolino seguendo le regole della grammatica normativa!
La VERA forma dello gnocco, egregia Matrona delle Farine, non risiede nelle fredde speculazioni geometriche euclidee ma nella ineffabile geografia del cuore umano! Lo gnocco autentico deve essere imperfetto come un sonetto della scuola siciliana, irregolare come i moti dell'animo, leggermente asimmetrico come tutti gli oggetti che nascono dall'arte amorosa delle mani materne e non dalle diaboliche macchine dell'industrializzazione!
Il vostro egregio consorte Umberto, con la sua maniacale ossessione per la sfericità tubercolare, è vittima di quella che io, nella mia modesta saggezza nomenclatoria, definisco "sindrome dell'iperperfezione alimentare" - una modernissima patologia che trasforma il sacro altare della cucina domestica in un gelido laboratorio di precisione meccanica, anziché lasciarlo essere quello che la Provvidenza ha stabilito: un teatro dell'anima dove gli ingredienti danzano al ritmo melodioso dei ricordi ancestrali!
Ma non temete! Ecco la mia prescrizione terapeutica gnocchesca:
PRIMO COMANDAMENTO TERAPEUTICO: Organizzate una solenne "Notte della Grande Riconciliazione Tubercolare". Approntate gnocchi di forme eterogenee e multiformi: sferici per compiacere le geometriche pretese del consorte, rigati per onorare le vostre tradizionali convinzioni, a forma di cuore per celebrare l'amore coniugale, a stella per rendere omaggio ai sogni celesti, e persino alcuni completamente informi che battezzerete con il nome di "gnocchi dadaisti" in onore di quell'arte rivoluzionaria che osa sfidare le convenzioni borghesi!
SECONDO PRECETTO CURATIVO: Mentre procedete nella sacra opera culinaria fianco a fianco (ed ecco dove risiede l'inganno psicologico della mia strategia!), narrate con drammatica solennità la storia genealogica di ogni singola forma, inventando tradizioni famigliari del tutto inesistenti ma emotivamente convincenti. "Ecco dinanzi a voi, o diletto sposo, gli gnocchi a virgola della compianta nonna Teodolinda, che si consumano esclusivamente quando si desidera porre una pausa riflessiva alle dispute domestiche..."
TERZO STRATAGEMMA ILLUMINANTE: Fate degustare l'intero campionario gastronomico ad occhi bendati. Il consorte scoprirà con stupore che il sapore non muta minimamente in base alle speculazioni geometriche, bensì secondo le intenzioni spirituali di chi presiede ai fornelli!
QUARTO ED ULTIMO ESPEDIENTE APOCALITTICO: Qualora i precedenti rimedi dovessero rivelarsi inefficaci, ricorrete alla strategia estrema che io, nella mia infinita sapienza tattica, denomino "Diversione Lessicale Alimentare": iniziate con fervore una dissertazione sulla forma canonica delle orecchiette pugliesi. Al cospetto di tale complessità morfologica, la questione gnocchesca gli apparirà come una mera bazzecola da dilettanti!
Ricordate, gentile Giuseppina: in trentadue anni di matrimonio avete superato crisi ben più complesse di una divergenza tubercolare. I veri problemi iniziano quando si smette di litigare per gli gnocchi e si inizia a non parlare affatto. (E qui parlo da profondo conoscitore della materia coniugale, benché io stesso non abbia mai sperimentato direttamente i sacri vincoli del matrimonio - ma la teoria, cara Signora, la teoria è tutto!)
Il matrimonio, secondo le mie dotte osservazioni da celibe esperto, è come un impasto: per riuscire bene ha bisogno di essere lavorato con pazienza, occasionalmente ripreso quando secca troppo, e sempre condito con abbondante senso dell'umorismo.
E per quanto riguarda i vostri "gnocchi triangolari della vendetta"... beh, avete involontariamente scoperto che l'innovazione nasce sempre dalla ribellione. Brevettate pure! Tra qualche anno qualche chef stellato li servirà come "gnocchi decostruttivisti post-moderni" a cinquanta euro il piatto.
Con devota ammirazione per la vostra resistenza gnocchesca,
Messer Baldassarre Logorroico
Dispensatore di saggezza culinario-esistenziale
P.S. Sesquipedale mi ha fatto notare che anche i suoi croccantini hanno forme irregolari, eppure lei non se ne lamenta mai. Gli animali, evidentemente, hanno capito quello che noi umani fatichiamo ad accettare: che la perfezione sta nell'imperfezione.
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baldassarre@paroleimprobabili.it
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Pazientate: l’attesa è il preambolo del delirio.