Il Filosofo del Soffritto: Quando un Cubetto di Prosciutto Ti Insegna l'Esistenza (e Vince Pure un Premio)
Secondo Premio al Concorso Nazionale "Essere Oltre - Premio Avv. Valentino Brunetti" - Pescara, 27 settembre 2025
Cari lettori improbabili e degustatori di surreale quotidiano,
vi è mai capitato di preparare un banale soffritto e scoprire che i cubetti di prosciutto giocano a beach volley con i piselli? No? Allora probabilmente non avete ancora sviluppato quella particolare forma di astigmatismo esistenziale che permette di vedere l'infinito negli anfratti più modesti della realtà.
Il 27 settembre scorso, nella sala consiliare del Comune di Pescara, un cubetto di prosciutto filosofo ha conquistato il secondo premio al Concorso Nazionale "Essere Oltre". Non male per un pezzo di prosciutto che esisteva solo nella mia padella (e nella mia mente).
La Motivazione che Vale più di un Soffritto Ben Riuscito
La giuria, composta da undici membri tra psicologi, neurologi, scrittori e docenti, ha scritto nella motivazione:
"Il racconto 'Il Filosofo del Soffritto: Una Meditazione Culinaria' conquista per l'originalità e l'ironia con cui trasforma un gesto quotidiano in una riflessione esistenziale. La scrittura brillante e surreale, capace di mescolare leggerezza e profondità, invita il lettore a cogliere il senso della vita anche nei dettagli più semplici. Ne rimane un retrogusto di saggezza e meraviglia: un inno al quotidiano che sa diventare filosofia."
"Retrogusto" in una motivazione su un racconto culinario. Meta-gastronomia letteraria al suo meglio.
Il Racconto Integrale: Preparatevi alla Frittura Filosofica
Ed eccolo qui, il racconto che ha fatto immedesimare un'intera giuria in un dadino di prosciutto pensoso:
Il Filosofo del Soffritto: Una Meditazione Culinaria
In una cucina come tante altre, in un pomeriggio apparentemente ordinario, accadde lo straordinario. Mentre mescolavo distrattamente piselli e cubetti di prosciutto in una pentola, la realtà si ribaltò più velocemente di una frittata in mano a uno chef nervoso.
I cubetti di prosciutto, improvvisamente animati da una scintilla di vita imprevista, iniziarono a giocare a beach volley con i piselli. Era uno spettacolo surreale: piccoli atleti salati che saltavano e schiacciavano, mentre i piselli volavano da una parte all'altra del campo improvvisato sul fondo della pentola.
Ma fu allora che lo notai. Un cubetto, diverso dagli altri, sedeva in disparte sul bordo della pentola. Non partecipava al gioco frenetico dei suoi simili. No, questo cubetto era... pensieroso.
Mi avvicinai, incuriosito. Gli occhi del cubetto, due minuscoli puntini di grasso, scrutavano l'infinito della cucina. Che cosa vedeva? Cosa pensava?
«Ehi, tu!», sussurrai, sentendomi immediatamente sciocco per aver parlato con un pezzo di carne. «A cosa stai pensando?»
Il cubetto si voltò lentamente verso di me. «Chi sono io?», chiese con una voce sorprendentemente profonda per qualcosa delle dimensioni di un dado. «Sono solo un agglomerato di cellule suine destinate al consumo, o c'è qualcosa di più?»
Rimasi a bocca aperta. Non mi aspettavo una domanda così... esistenziale.
«Vedi», continuò il cubetto, «osservo i miei simili giocare e mi chiedo: è questa la nostra unica ragion d'essere? Divertirci prima di essere consumati? O c'è un significato più profondo nella nostra breve esistenza?»
Guardai l'orologio. Il fuoco sotto la pentola si sarebbe acceso tra pochi secondi. Il tempo stringeva, e con esso, forse, la possibilità di comprendere il segreto dell'universo attraverso gli occhi di un cubetto di prosciutto filosofo.
«Ma, forse», proseguì il cubetto, ignaro del suo imminente destino, «la nostra vera essenza non è nella nostra forma fisica, ma in ciò che lasciamo dietro di noi. Il sapore che doniamo, i ricordi che creiamo nei palati che ci assaporano. Forse, in un certo senso, diventiamo immortali attraverso l'esperienza che offriamo».
Il timer della cucina suonò. Era il momento di accendere il fuoco.
«Aspetta!», gridai, ma era troppo tardi. Il calore cominciò a salire dal fondo della pentola.
Il cubetto filosofo mi guardò un'ultima volta. «Ah», disse con un sorriso saggio, «sento che si avvicina il momento della nostra trasformazione. Ricorda, caro cuoco, che come noi ci trasformiamo in questo soffritto, così ogni esperienza trasforma te. Siamo tutti ingredienti nel grande ricettario dell'universo».
E con queste parole, il cubetto si tuffò nella pentola, unendosi ai suoi compagni in un ultimo, glorioso momento di gioco prima che il calore li avvolgesse tutti.
Rimasi lì, spatola in mano, a fissare il soffritto che sfrigolava dolcemente. Avevo appena assistito a una lezione di filosofia da un cubetto di prosciutto? O forse era solo la mia immaginazione iperattiva?
Mentre mescolavo pensieroso, mi resi conto che forse, solo forse, il segreto della vita non era poi così complicato. Era lì, nella mia pentola: un mix di gioco, riflessione e la volontà di lasciare un buon sapore nel mondo, anche quando il fuoco della vita brucia più forte.
Sorrisi tra me e me. Chi l'avrebbe mai detto che la più grande lezione filosofica della mia vita sarebbe arrivata da un soffritto?
La Premiazione: Quando il Surreale Invade Pescara
La cerimonia di premiazione è stata un concentrato di momenti surreali che Baldassarre Logorroico ha già documentato con dovizia di particolari nella sua intervista esclusiva su Radio Verbosità.
Tra parlamentari involontariamente cacciati, giurati che chiedono ricette di pasta anni '80 e un'intera commissione che si immedesima in un cubetto di prosciutto, la giornata ha confermato che il surreale terapeutico non solo funziona sulla carta, ma contagia anche la realtà.
Come ha sintetizzato magistralmente Baldassarre: «Il 27 settembre 2025 non è solo il giorno in cui un cubetto di prosciutto ha fatto riflettere l'intera sala consiliare di Pescara, ma anche il giorno in cui si è scoperto che la pasta panna, prosciutto e piselli può ispirare premi letterari!»
Per tutti i dettagli esilaranti della premiazione, vi rimando all'intervista completa su Radio Verbosità.
Effetti Collaterali del Premio
Da quando ho scritto questo racconto:
- Faccio sedute di terapia di gruppo pre-cottura con cipolle e carote
- Mia moglie mi guarda perplessa quando parlo con gli ingredienti
- Non riesco più a preparare un soffritto senza sensi di colpa esistenziali
- I piselli mi sembrano sempre pronti per una partita di beach volley
Il Futuro del Surreale
La Presidentessa Di Basilico mi ha gentilmente offerto la possibilità di presentare i miei scritti a Pescara. Presto diversi e selezionati assaggi narrativi da "Le Cronache dal Grande Forse" - la raccolta completa dei miei racconti surreali a cui sto lavorando, dove oltre a Baldassarre Logorroico si possono incontrare sassi filosofi, fiumi amnesici e cani fedeli oltre il tempo - approderanno nella città di D'Annunzio.
La Morale del Soffritto
Se c'è una cosa che ho imparato da questa esperienza, è che l'infinito si nasconde davvero nei modesti anfratti del quotidiano. Un cubetto di prosciutto può farci riflettere quanto un libro di filosofia. Una padella può diventare un'arena esistenziale. E una pasta panna, prosciutto e piselli può valere un premio letterario.
Come diceva il mio cubetto filosofo: «Siamo tutti ingredienti nel grande ricettario dell'universo».
E voi, avete mai ascoltato cosa hanno da dirvi i vostri soffritti?
Fabiano Pirozzi
P.S. - Da oggi, ogni volta che cucinate, ricordatevi di ringraziare gli ingredienti. Non si sa mai che ascoltino.
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